quello che mi va di raccontare su ogni argomento che mi va di affrontare, quello che mi va di condividere e quello che i miei lettori vorranno condividere...uno spazio aperto...
leggimi ti intrigherò'
realizzazione di idee, idee ancora tali
mercoledì 26 marzo 2014
AVVENTURA IN HONDURAS
credo sia tornato il momento di aggiornare un po' il mio blog...quale occasione migliore che quella di raccontarvi la mia recente avventura a Roatan?
Con loro abbiamo organizzato
alcune immersioni che mi sembrano degne di nota: prima tra tutte Mary’s place
(uno dei siti più famosi con una spaccatura di natura vulcanica che arriva a 95
piedi), il relitto Mr. Bud (un cargo affondato nel 1995), la spettacolare Valley
of the kings…
I Caraibi
valgono sempre un viaggio! Ed un viaggio vale sempre la pena di essere fatto!
Inizierei
così il mio racconto del nostro recente viaggio a Roatan una delle Isole de la
Bahia (forse la più famosa) dell’Honduras.
Abbiamo
organizzato questo viaggio on line (sia dall’Italia che poi direttamente sul
posto), come nostra abitudine, per risparmiare un po' di soldini ed anche per
evitare di restare invischiati in un villaggio turistico ed i suoi pacchetti
fissi da tour operator (7 o 14 giorni).
Il volo lo
abbiamo acquistato su Expedia il 31 dicembre 2013 premendo sul tasto -acquista-
a mezzanotte in punto ed è stato il nostro autoregalo di buon anno!
Abbiamo
volato con la United (Milano-Newark-Houston-Roatan)...non avendo optato per un
volo charter il viaggio all'andata è piuttosto lungo ed ha previsto una notte
di sosta a Houston.
Il decollo
da Newark verso Houston è stata la prima perla della vacanza: la vista
indimenticabile su New York di notte!
Dal nostro
punto di vista anche il viaggio è già vacanza e quindi anche la sosta a Houston
è stata piacevole (pernottamento e tipica cena texana in un alberghetto vicino
all'aeroporto internazionale G. Bush
che offre il servizio navetta da e per
l'aeroporto compreso nel prezzo http://www.ramada.com/hotels/texas/houston/ramada-houston-intercontinental-airport-south-hotel/hotel-overview).
Da Houston
a Roatan sono necessarie circa 4 ore di volo durante le quali si prega di non
dormire perchè si sorvola il meraviglioso blue hole della barriera corallina
del Belize: un vero incanto (http://belizescuba.com/site/wp-content/uploads/2012/10/Belize-Blue-Hole.jpg).
Arrivati a
Roatan il caldo ci ha avvolti piacevolmente e ci siamo diretti al Clarion
Suites at Pineapple, l'hotel che avevamo prenotato (http://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g1759941-d654709-Reviews-Clarion_Suites_Roatan_at_Pineapple_Villas-French_Harbour_Roatan_Bay_Islands.html).
L'hotel si
trova a French Harbour nella parte centrale dell'isola cioè equidistante da
West Bay e Camp Bay ed è un’ottima base d’appoggio per visitare l’isola in
entrambe le direzioni. E’ costituito da tre condomini,
ha tre piscine di cui una molto bella (deserte....il mare sicuramente è
maggiormente attraente) ed ha anche un ristorante ed uno sports bar. La nostra
stanza era spartana senza balconcino, ma molto pulita e ci siamo stati bene. Offrono
anche delle bellissime suites con angolo cottura.
Come da
nostra abitudine l’intenzione era quella di cenare in locali diversi, ma per
fortuna avevamo il ristorante dell’albergo
a portata di mano almeno il sabato e la domenica quando, inspiegabilmente, la maggior parte dei ristoranti dell’isola è chiusa.
Grazie ad
una gentilissima receptionist abbiamo
noleggiato un'auto per tutto il periodo (ottenendo un prezzo buono di 35 dollari
al giorno per una auto nuova anche se piccolina). L’auto, se si pernotta al
Pineapple, è indispensabile per raggiungere i numerosi punti di interesse (il
motorino è da escludere perchè le distanze sono notevoli). Un'unica strada percorre
l’isola da est ad ovest e nel tratto verso est all'altezza di Oak Ridge diventa
sterrata...passeggiare a piedi non è tanto fattibile!
Il primo giorno lo abbiamo trascorso a cercare di orientarci perchè le
cartine che avevamo a disposizione non era tanto attendibili e, ad esempio,
mentre pensavamo di essere sul lato rivolto a sud eravamo sul lato nord! Questo
scorazzare su e giù è stato utile e ci ha permesso di farci una idea dei
diversi luoghi e delle distanze tra essi (cosa che, inizialmente, avevamo
sottovalutato).
Andiamo per gradi: la spiaggia più famosa, quella di sabbia bianca si
chiama West Bay si trova ad ovest e
si raggiunge oltrepassando West End verso sud e poi svoltando alla prima
deviazione a destra. La spiaggia è incantevole, una lunga e stretta striscia di
sabbia bianchissima sulla quale si affacciano decine di hotel (compreso il
rinomato Henry Morgan) e di conseguenza centinaia di bagnanti...
Il mare è meraviglioso! tutta l'isola è circondata
dal parco marino, la barriera corallina è facilmente raggiungibile da riva
(almeno in questa spiaggia). La parte più a sud della spiaggia è chiamata
Tabyana Beach ed ha di fronte un tratto di mare con una barriera corallina
ricchissima di coralli e pesci (di certo la varietà di fauna è maggiore alle
Maldive o sul Mar Rosso, ma i coralli non hanno rivali).
A West Bay
oltre che a questo non vi è molto altro, si può anche pranzare nei vari locali
che danno sulla spiaggia, ma i prezzi sono più alti che altrove.
Sulla strada che da West Bay conduce a West End si trova il negozietto
della Roatan Rum Company che vende
rum e torte al rum oltre che magliette col il loro logo. Fate una sosta,
offrono vari assaggini ed inoltre dal loro giardino si gode di una vista
memorabile.
West End invece è il paesino con più locali (per cenare e/o bere qualcosa). Si
tratta di un agglomerato di basse costruzioni ai lati di una strada sul bordo
mare con un traffico esagerato rispetto al luogo (la strada che lo attraversa è
asfaltata e non più sterrata come avevo letto). Il mare non è male, la spiaggia
è molto più stretta rispetto a West Beach...noi vi abbiamo trascorso un
pomeriggio, ma il rumore delle moto e la puzza di nafta ci hanno un po'
infastidito. In questo paesino è molto piacevole invece bersi una birra (buone
birre locali sono la Port Royal e la Salva Vida) e godere del tramonto (il Sundowners è il locale più in voga, con
musica live, ed è l'unico da cui si vede bene il tramonto perchè è un poco più
scostato dal promontorio).
Sulla stradina centrale di West End si trova anche il negozio ufficiale del
Parque Marino de Roatan che vende
bellissime magliette e gadgets vari il cui ricavato va a vantaggio del parco
stesso.
Sempre a
West End si può cenare in molti locali, il nostro preferito è Pollo, una rosticceria creola sempre
affollata dove si mangia un buon pollo, ma anche gamberi spendendo pochi
dollari (p.s.: non perdetevi la torta al rum!!!!). Sotto il suo portico spesso
musicisti girovaghi suonano allietando la cena.
Prima della nostra partenza avevo letto che West End è la zona della vita
notturna, sarà… sarà che noi stavamo in giro tutto il giorno, sarà che a Roatan
si cena alle 18,30 massimo 19, ma alle 20,30 si aveva la percezione fossero già
le tre di notte...
Se vi
aspettate l'isola caraibica dove tutti ballano salsa e merengue vi sbagliate,
qui l'influenza musicale maggiore è quella giamaicana seguita da quella
statunitense (quasi una colonia turistica direi). Tutti gli isolani parlano
inglese anche tra loro (lingua quasi esclusiva fino a qualche tempo fa quando
il governo centrale li ha costretti a studiare anche lo spagnolo). Musica
tipica è la Punta, musica che nasce dal gruppo etnico dei Garifuna che vivono
nell'est dell'isola (originari della Nigeria).
Sulla
strada che porta da West End a Sandy
Beach tre segnalazioni:
·
il
negozietto Rusty Fish (www.rustyfish.com/) che produce oggetti decorativi in metallo davvero carini (pesci,
polpi....) ottenuti riciclando lamiere e bidoni.
·
Subito
accanto un caffè gestito da una ragazza incantevole che produce buonissimi
dolci ed un buon caffè.
·
il giardino
botanico Carambola Gardens: andateci
di mattina presto (apre alle 7) e salite fino in cima al mountain trail da cui
si gode di una vista spettacolare! ci sono anche migliaia di piante tropicali
tra cui passeggiare piacevolmente.
Andando invece da West Beach
verso Flowers Bay incontrete due villaggi tipici senza troppi turisti: Roatan e
Coxen Hole.
Roatan è un villaggione che non viene menzionato
con questo nome sulle mappe, piacevole da attraversare in quanto vissuto in
esclusiva dagli isolani.
Sulla strada che porta a Coxen
Hole da ovest verso est proprio al bivio accanto alla farmacia segnalerei un
chiosco messicano dove si possono gustare tacos, nachos etc. buonissimi
spendendo pochi dollari.
Coxen Hole (il covo del pirata Coxen) è un
villaggio animato e vivace dove c’è da segnalare la presenza del diving Waihuka che organizza la famosa
immersione Cara Cara (faccia a faccia) con gli squali.
Questo diving funziona solo
attraverso la prenotazione da altri diving o resorts e l’immersione costa circa
100 dollari (davvero tanti rispetto al costo delle altre immersioni
sull’isola), ma a nostro avviso ne vale comunque la pena! Non è certo una
immersione impegnativa ed è fattibile anche da sub col solo brevetto open in
quanto la profondità massima raggiunta è di 21 m. Il sito di immersione è a
circa 15 minuti dalla costa (e durante il viaggio abbiamo avuto la fortuna di
incontrare i delfini), si arriva con un barcone e ci si immerge lungo una fune
fino ad arrivare al punto preciso. Gli squali sono grigi di barriera e si
comportano come cani a cui è stata dato uno stimolo condizionato pavloviano
(pesce cane vorrà pur dire qualcosa!) si avvicinano subito ben sapendo che la
guida ha con sé un secchio pieno di pezzi di pesce…gli squali iniziano quindi a
girare in tondo e dopo qualche minuto di sola osservazione anche ai sub è concesso
di nuotare con loro. Che emozione! Straordinario nuotare a fianco e sentirsi in
armonia con loro…irripetibile!
Dopo qualche minuto ai sub viene
chiesto di riavvicinarsi al reef, viene aperto il secchio/ciotola e tutti tutti
i pesci della zona si gettano sul desco. Finito il pranzo si fa il deserto ed
ai subacquei resta la possibilità di cercare qualche dentino di squalo perso
durante l’abbuffata (dicono portino fortuna!).
Durante questa immersione non è
possibile utilizzare videocamere personali e nemmeno macchine fotografiche con
la scusa ufficiale che infastidirebbero i pesci…in realtà una delle guide
riprende il tutto ed alla fine, con solo 45 dollari, è possibile entrare in
possesso della propria copia digitale dell’avventura!.
Rimanendo in tema immersioni noi
ci siamo appoggiati al diving Barefoot Divers che definirei perfetto (http://www.barefootdiversroatan.com/) con personale serio, competente, gentile. Attrezzatura ottima ed una struttura
incantevole con armadietti e doccia. Il costo delle immersioni è legato al numero
totale e la cifra si aggira intorno ai 30-35 dollari ciascuna.
Hanno due sedi, la nostra era
quella vicino a French Harbour (la seconda è al Palmetto). C’è anche la
possibilità di pernottare in bungalows molto carini (alla nostra prossima
visita credo ne approfitteremo!).
Con loro abbiamo organizzato
alcune immersioni che mi sembrano degne di nota: prima tra tutte Mary’s place
(uno dei siti più famosi con una spaccatura di natura vulcanica che arriva a 95
piedi), il relitto Mr. Bud (un cargo affondato nel 1995), la spettacolare Valley
of the kings…
Poco oltre il Barefoot Diving in direzione est si
arriva a French Harbour dove si
trova un mercatino, un buon caffè al Cafecito
e la possibilità di fare un tour per le vie della cittadina verso il mare.
Case coloratissime, decine di chiese di confessioni diverse e allegria diffusa.
Da queste parti si trova anche un ristorante di cui ci han parlato bene lo Yacht Club, ma non siamo riusciti a
trovarlo aperto quando ci abbiamo provato.
Proseguendo sempre sulla strada principale in
direzione est si arriva al resort Parrot
Tree che permette l’entrata anche ai non residenti. Ha una bella spiaggia
ed una sorta di laguna/piscina naturale dove è molto rilassante nuotare. Anche
il bar sulla spiaggia è piacevole, fermatevi ad assaggiare il loro gustoso
ceviche.
Proseguendo nella medesima direzione si trova un
mercatino di prodotti locali situato a livello di un mirador che permette la
vista sul lato nord dell’isola.
Subito oltre sulla destra troverete il ristorante forse
migliore dell’isola il Temporary Cal’s Cantina
(http://www.tripadvisor.ca/Restaurant_Review-g2548902-d2633876-Reviews-Temporary_Cal_s_Cantina-First_Bight_Roatan_Bay_Islands.html) si mangia cucina tipica su di una terrazza con
una vista meravigliosa (attenzione però perché è aperto solo dal martedì al
venerdi).
Dopo pochi chilometri svoltando verso destra si dirige
ad Oak Ridge una cittadina di
pescatori molto colorata dalla quale ci siamo imbarcati per una gita di un
giorno in catamarano alla volta di Port
Royal…covo del pirata Morgan raggiungibile solo via mare e dove si dice sia
ancora nascosto il suo tesoro. La gita full day è organizzata da Radical Adventures (http://www.svfreeradical.com/) con un bellissimo catamarano. I ragazzi
dell’equipaggio sono di Roatan e sono molto cortesi. Il pranzo (compreso il
pane) è preparato a bordo durante la navigazione! Si fanno alcune soste in
angoli strepitosi per lo snorkeling e per tuffarsi nel blu (una giornata
davvero piacevolissima).
Oltre Oak Ridge la strada si biforca e si fa sterrata
(meglio evitare di percorrerla al buio se non si ha una 4x4). In direzione nord
est si va verso Punta Gorda ed il
territorio dei Garifuna. Proseguendo
dritto invece si arriva a Camp Bay l’estremità
est raggiungibile via terra. Lungo questa strada si incontrano alcuni hotel,
diving che organizzano sia uscite di snorkeling che immersioni sul lato nord
dell’isola (non è infatti possibile raggiungere la barriera a nuoto in quanto
piuttosto lontana).
Molto carino ed “alternativo” con spiaggia aperta
anche ai nudisti il Paya Bay Beach Resort
che ha anche un ristorante e che, su richiesta, organizza tour a Pidgeon Key
(un cayo solo spiaggia e palma che dicono meraviglioso…e che purtroppo non
siamo riusciti a visitare perché il giorno del tour coincideva con una
immersione già pianificata).
Proseguendo ancora si arriva al termine della
carretera e si trova l’altro ristorante cantina famosissimo sull’isola: Las Sirenas…una palafitta con piccola
area ristorante dove pranzare o bersi una birra…che ci è piaciuta un sacco
(sarebbe stata nostra intenzione andarci a cena, ma la distanza e la strada
piena di buche non ce lo hanno consentito).
Questa la nostra esperienza nell’isola, ci siamo
divertiti, rilassati ed abbiamo potuto godere di questo mare paradisiaco…
Alcuni aspetti di carattere generale che possono
tornare utili:
organizzare una vacanza in autonomia offre dei
vantaggi soprattutto di costi ed anche rispetto alla possibilità di esplorare
l’isola. Rimanere confinati in un resort, a mio avviso, non ci avrebbe permesso
di godere della bellezza naturale di questa isola incantevole. E’ pur vero che
i resort organizzano uscite, ma i costi ed il numero di partecipanti sono molto
più elevati (cosa che vale ovviamente anche per le immersioni).
Il costo dei taxi è davvero esorbitante e utilizzarlo ad
esempio per andare a cena costerebbe molto di più il trasporto del ristorante.
I costi infatti vanno dai 15 ai 25 dollari per tratta ed aumentano nei giorni
in cui le grandi navi da crociera fanno tappa sull’isola.
Essendo l’isola piuttosto lunga (circa 70 km) conviene
selezionare bene i siti dove andare a fare snorkeling, le immersioni od anche
solo una gita in catamarano e scegliere i diving che si trovano sul lato
dell’isola più vicino al luogo di destinazione. Ad esempio la gita a Port Royal
o al Pidgeon Key la organizzano in molti, ma se partite da West End anzichè da
Oak Ridge o dal Paya Baya i costi raddoppiano. Tenete anche conto che tutte
queste uscite si fanno solo se si raggiunge un numero minimo di partecipanti
quindi non è detto che se prenotate la gita si farà sicuramente.
Noi ci tenevamo molto ad andare a Cayos Cochinos con
la gita di due giorni in catamarano, la organizza un italiano che si chiama
Ruggero (http://www.rogercatcruises.com/ ) che noi
avevamo contattato già dall’Italia. Purtroppo durante i 10 giorni della nostra
permanenza nessun altro si è aggiunto alla nostra prenotazione e quindi abbiamo
dovuto rinunciare. Abbiamo poi incontrato casualmente Ruggero una sera a cena e
ci ha detto che gli italiani spesso preferiscono stare nel resort dove hanno
già pagato e non spendere altro denaro e quindi è diventato piuttosto
infrequente riuscire ad organizzare questa escursione. Il fatto è che i Cayos
sono lontani dall’Isola ed il tour in giornata -che offrono in molti- risulta
una sfacchinata (senza contare che i costi sono simili alla due giorni con cena
e pernottamento offerta da Ruggero).
Un vero peccato e per rimediare credo che dovremmo tornare
quanto prima!.
Un’ulteriore possibilità di visitare Cayos Cochinos è
quella di imbarcarsi da La Ceiba cioè il porto sulla terraferma Honduregna
raggiungibile anche col ferry dal porto di Roatan.
Altri tasselli mancanti alla nostra visita sono
l’isola di Utila (al largo di Roatan) dove ci sono molti siti di immersione e
snorkeling interessanti e dove, in alcuni mesi dell’anno, è possibile avvistare
gli squali balena!
Il mio consiglio è quello di avere la possibilità di
connettersi ad internet e contattare direttamente sul posto i vari
diving/resort per organizzare le escursioni (il wi fi non ci ha dato nessun
problema!).
Per concludere il racconto del nostro viaggio, il volo
di rientro previsto con la United
(Roatan-Houston-Francoforte-Milano) senza pernottamenti compresi, si è
modificato in itinere in quanto il volo Roatan-Houston era in ritardo per un
guasto ed abbiamo quindi perso la coincidenza per Francoforte.
Il nostro spirito di viaggiatori è quello secondo cui
qualche contrattempo fa parte dell’avventura ed infatti anche in questo caso è
stato così! Arrivati al banco informazioni della United di Houston abbiamo
trovato un’impiegata rasta di colore
che era un vero spasso e che per trovarci una soluzione ha avviato con una
collega una conversazione degna del film Clerks! Dopo averci proposto soluzioni
sulle 48 ore di soste varie e dopo aver incassato un nostro generoso “we trust
in you!” ci ha proposto di goderci la serata (“guys, I’m rasta!”) rilassandoci
e dormendo comodamente in uno dei migliori alberghi 5 stelle di downtown
Houston centro, tutto a carico della United con tante scuse! Recuperato un taxi
(spesato) abbiamo trovato alla guida un simpatico ragazzo che parlava italiano
e che era stato militare per un periodo in Italia in una delle basi USA (a
Domodossola?!) con cui abbiamo chiacchierato amabilmente di politica, cibo e
quant’altro.
L’hotel superlativo, la stanza enorme col letto più
comodo mai sperimentato, una cenetta frugale ed anche la esplorazione del
grattacielo di 30 piani sono stati molto piacevoli soprattutto perché imprevisti.
Il mattino successivo il “nostro” taxista ci riconduceva all’aeroporto dopo una
altra mezz’ora di chiacchiere piacevolissime!
Col volo modificato e sosta imprevista a Newark siamo
alla fine rientrati a Milano con gli occhi pieni di colori e la voglia di
iniziare, al più presto, a pianificare la prossima avventura.
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